Libretti per musica
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Libretti per musica della Torino dei sec. 18.-19.
La Biblioteca nazionale universitaria di Torino conserva diverse importanti raccolte di documenti musicali, tra cui quella collocata nella Sezione F di Magazzino generale. Tale collezione, ordinata in volumi miscellanei suddivisi per teatri e cronologicamente, comprende i libretti delle opere musicali e la descrizione dei balletti, questi spesso inseriti come intermezzi tra gli atti o come spettacoli finali dell’opera stessa, rappresentati per la maggior parte nei teatri di Torino tra il XVII e il XIX secolo. Nel 2014 il corpus teatrale è stato compreso in un progetto di rivalutazione che prevede la digitalizzazione completa dei fondi. Tale progetto, ancora in via di completamento, include i documenti relativi ai teatri Carignano, Regio, D’Angennes, Sutera e un piccolo blocco contenente opere rappresentate in altri teatri, non soltanto piemontesi. L’importanza di questi fondi è data in primo luogo dal grosso numero di testi in essi contenuti, che nel loro susseguirsi contribuiscono a creare una testimonianza cronologica delle stagioni teatrali, nonché del tipo di spettacoli prescelti per le esigenze di un pubblico di alta levatura sociale. Essi danno inoltre una testimonianza storica non soltanto dell’opera dei compositori, ma anche di tutto ciò che contornava l’allestimento degli spettacoli, dal direttore d’orchestra al coreografo, dal corpo di ballo all’elenco degli interpreti, degli scenografi e costumisti e macchinisti. Importante, inoltre, sia la provenienza da casa Savoia di una parte di essi, attestata dalla legatura alle armi, sia la rarità di molti libretti, soprattutto quelli di provenienza francese del periodo XVII-XVIII secolo, tra i quali si trova la maggior parte delle opere di Lully in prima rappresentazione.
Libretti dell'Archivio storico Ricordi
Archivio storico Ricordi conserva più di 10.000 libretti, di cui i più antichi risalgono ai primi del XVII secolo fino ai nostri giorni. Comprende testi manoscritti e autografi, dattiloscritti e a stampa, con correzioni autografe, bozze e sunti. La raccolta mostra l'iter creativo della stesura del testo: dai primi abbozzi alle successive versioni ricche di appunti e modifiche, scritte spesso a più mani, alle bozze di stampa, al testo definitivo e al sunto in più lingue destinato a giornali e programmi di sala. Da non dimenticare la presenza di copie manoscritte e a stampa destinate al controllo della censura, morale o politica, attiva in epoca verdiana come nel più tardo ventennio fascista, quando si controllavano i testi nuovi come Volo di notte di Luigi Dallapiccola, del 1939, ma anche quelli consolidati come un Cicco e Cola del 1857. Molti esemplari riportano timbri e visti per la rappresentazione. Fra gli oltre 700 libretti digitalizzati troviamo le bozze de La Figlia di Jorio di Alberto Franchetti corrette da Gabriele D'Annunzio e il libretto de I cavalieri di Ekebù di Franco Alfano con modifiche del librettista Arturo Rossato e le indicazioni autografe della scrittrice premio Nobel Selma Lagerlöf, autrice della novella originale. Sono conservati anche un’ampia raccolta di libretti manoscritti di opere donizettiane, la tela degli atti II e III con gli schizzi scenici per Manon Lescaut di Puccini, che appuntò anche il libretto de La lupa di Giovanni Verga, che poi non musicò. Vi sono ben 26 libretti di Giuseppe Adami autografi, fra cui diversi inediti e molti dattiloscritti e bozze per opere degli anni Trenta e Quaranta del Novecento, di cui l’Archivio ha anche le partiture originali, da Renzo Rossellini a Gian Carlo Menotti, con testi propri o di scrittori come Riccardo Bacchelli.
Raccolta Drammatica Corniani Algarotti
La Raccolta Drammatica Corniani Algarotti venne costituita dal conte Marco Corniani Algarotti (1768 - 1845), che agli studi geologici accostò l'interesse per la musica e la letteratura teatrale, arrivando a raccogliere la "più estesa collezione di drammi che si conosca" come ricorda la Gazzetta Veneta nel suo necrologio, nell'intento di aggiornare e completare la Drammaturgia di Leone Allacci pubblicata un secolo prima. La raccolta venne acquisita dagli eredi dalla biblioteca nazionale Braidense nel 1891 ed è attualmente uno dei fondi più consultati. La collezione raccoglie opere teatrali italiane dei secoli XVI - XVIII, a cui si aggiunge un piccolo numero di opere ottocentesche. Si tratta di libri di piccolo formato, ordinariamente con legature tipografiche editoriali cartacee dal caratteristico colore azzurro, oppure, per i formati maggiori, in cartone.
Il pregio e l'interesse della collezione risiedono nell'estensione della raccolta. Sono presenti circa 10.000 opere, e vi figurano opere teatrali italiane rare e poco conosciute.
Libretti dell'Accademia Filarmonica Romana
Tre libretti dell'Accademia.
In occasione dell’ascensione al soglio pontificio di papa Pio VII e di papa Pio IX, fu scritta questa cantata: Il genio dell’armonia su testo di Pietro Ercole Visconti, scritta in occasione dell’Ascensione al Soglio Pontificio di Pio VIII, composizione a più mani con musiche di Luigi Costaguti, Domenico Capranica e il finale autografo di Gaetano Donizetti.
I due melodrammi eseguiti alla Filarmonica in forma di concerto sono Maometto, melodramma tragico musica da Pietro De Winter su libretto di Felice Romani ed eseguito dagli Accademici Filarmonici Romani nell’autunno del 1826, e Il crociato in Egitto, melodramma eroico posto in musica da Giacomo Meyerbeer su testo di Gaetano Rossi ed eseguito dagli Accademici Filarmonici Romani nel 1836.
Libretti per musica - Gaspare Spontini
Il prezioso fondo spontiniano che dal 1889 è custodito presso la Biblioteca Planettiana fu donato al Municipio di Jesi da Carl Robert, erede di una famiglia legata a Spontini da rapporti d’intima amicizia e autore, egli stesso, di una delle prime biografie del musicista. La donazione consiste in manoscritti musicali e materiale documentario di varia natura risalente al soggiorno berlinese di Spontini (1820-1842). Il materiale musicale comprende manoscritti autografi o parzialmente autografi, ma in massima parte è opera di copisti afferenti alla Königliche Kapelle di Berlino, alle dirette dipendenze di Spontini; notevoli le redazioni manoscritte di libretti d’opera, fittamente postillati dal compositore.
Libretti per musica della Biblioteca nazionale di Cosenza
La Sezione Musica possiede 1.480 libretti di opere, in massima parte, stampati tra il 1824 e l’inizio del ‘900. Furono acquistati nel 1994, parte di un fondo musicale composto da libri antichi in massima parte, in lingua inglese e libretti d’opera. Essi documentano in modo esaustivo la produzione operistica dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, e annoverano musicisti e librettisti (italiani e stranieri), noti e meno noti, o sconosciuti. Si evidenziano libretti appartenenti all’inizio del secolo 19. come “La Maddalena pentita” di Michele Stanchi pubblicato a Bologna nel 1805, “Fedra” di Johann Simon Mayr pubblicato a Milano nel 1820, “Odda e Polusco” di G. A. Bagioli pubblicato a Napoli nel 1826 e “I Lombardi alla prima crociata” di Giuseppe Verdi pubblicato a Venezia nel 1843.
Parte dei libretti presentano documentazione originale dell'uso dei libretti, all’interno della copertina sono incollati infatti i biglietti del teatro nel quale l’opera è stata rappresentata e a cui evidentemente il proprietario del libretto ha assistito.
Libretti per musica delle Raccolte Estensi - RADAMES
La collezione di libretti della famiglia Fontanelli fu acquistata dalla Biblioteca Estense al tempo di Girolamo Tiraboschi, dopo la morte di Alfonso Vincenzo e registrati in ingresso nel dicembre 1778.
Si tratta di 1352 libretti per musica, tutti a stampa e datati da inizio Seicento a circa il 1760: azioni drammatiche, oratori ma soprattutto drammi per musica. Il fondo costituito, prima di tutto, da una sceltissima raccolta di drammatica, fu arricchita dal lascito del nonno Decio Fontanelli, uno dei massimi esponenti della felice stagione musicale che, nell'ultimo Seicento, fiorì nella città di Modena e alla corte del duca Francesco II d'Este.
Nell’insieme dei libretti si riscontrano nette prevalenze di luoghi e date di stampa, quasi sempre coincidenti con quelli di rappresentazione. Riguardo i luoghi, nell’ordine: Venezia (ovvia predominanza, soprattutto in rapporto alle prevalenze cronologiche del secondo Seicento nei libretti Fontanelli, Bologna, l’area estense (Modena ben più di Reggio), quella farnesiana (Parma più di Piacenza); in misura minore Milano, Ferrara, Napoli. I libretti riferiti al circuito locale (Modena-Reggio) ed a quelli contigui (Bologna e Parma-Piacenza) sono 574 cioè ben oltre un terzo dell’intera raccolta.
Il nucleo cronologico di massima entità sembra riferito al secondo Seicento, periodo in buona parte corrispondente al governo di Francesco II (1674-1694) e all’attività di Decio Fontanelli, che acquistò e gestì il Teatro omonimo aprendolo a stagioni musicali dal 1685 e facendone il più importante degli Stati estensi, direttamente legato alla politica culturale del duca: 700 libretti (oltre la metà dell’intera collezione) sono datati ai 50 anni tra il 1650 e il 1700, ma soprattutto ai 30 dopo il 1670. Sono scarsi e per lo più a calare i libretti per musica datati a partire dal 1737 ca, anno in cui la raccolta passa ad Alfonso Vincenzo: in lui predomina largamente l’interesse per il teatro di parola, soprattutto francese. Pochi datano a dopo il 1750 e vanno quasi ad esaurirsi intorno al 1762.
La collezione è in fase di acquisizione, seguiranno aggiornamenti.
Libretti per musica e melodrammi della Biblioteca statale Isontina
Diversi fondi della Biblioteca Statale Isontina contengono edizioni di libretti di melodrammi e opere teatrali, in prevalenza portati in scena a Gorizia, ma anche a Trieste, Udine e altre città al di fuori dei confini regionali. Il nucleo più omogeneo consiste in una raccolta di libretti di melodrammi settecenteschi, denominata Drammi rappresentati in Gorizia 1740-1804: quaranta esemplari rilegati in sette volumi facenti parte della biblioteca di Giuseppe Domenico Della Bona, raccolta privata che costituisce il nucleo originario del Fondo Biblioteca Civica. Questa, insieme ai testi conservati nelle altre raccolte, permette di documentare l'attività teatrale cittadina, in particolare per quanto riguarda gli spettacoli tenuti nel 1700 e nella prima metà del 1800.
L'attenzione verso gli esemplari conservati nella BSI, non ancora catalogati in Opac prima del progetto di mostre bibliografiche virtuali dell'ICCU finalizzate alla promozione della lingua e della cultura italiana all'estero (2020), è stata stimolata dalla consultazione del portale Corago, repertorio e archivio di libretti del melodramma italiano dal 1600 al 1900, con la conseguente ricerca nei topografici e nei cataloghi cartacei per individuare titoli che in precedenza non erano stati oggetto di studio a livello locale e integrare così la raccolta anche con esemplari non legati alla storia della cultura di Gorizia.
Non sono state incluse partiture musicali di opere liriche (presenti invece alcuni libretti delle stesse) o spartiti manoscritti e a stampa.
Questa prima selezione della collezione presenta una scelta significativa delle opere, documentando un singolo testo seicentesco (La Flora, Venezia 1681) e edizioni settecentesche e ottocentesche. Si tratta principalmente di melodrammi e drammi giocosi per musica, con qualche esemplare di altri generi (ballo tragico, cantata, scherzo, azione allegorica, sacra rappresentazione) e un paio di testi teatrali in cui non era previsto un accompagnamento musicale.
Fondo di libretti di Diomede Buonamici della Biblioteca Marucelliana
La collezione di libretti musicali della Biblioteca Marucelliana trae origine dalla raccolta di melodrammi italiani messa insieme da Diomede Bonamici (Livorno 1823-1912), medico e letterato livornese autore, tra l’altro, della Bibliografia delle cronistorie dei teatri d'Italia (Livorno 1896). Composta da circa 6.000 libretti pubblicati tra il XVII e il XIX secolo, la raccolta fu acquistata dalla Biblioteca tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del secolo successivo ed è stata incrementata nel corso del tempo fino ad ammontare oggi a circa 9.000 unità. Nei primi decenni del XX secolo fu ordinata da Renzo Lustig che compilò un dettagliato catalogo in cui sono riportate anche le annotazioni dello stesso Bonamici, corredato da numerosi indici (per librettisti, per musicisti, per città sedi dei teatri in cui vennero eseguite le rappresentazioni e per balli). Una parte notevole della raccolta è composta dagli oratori fiorentini del XVIII secolo, dotata di un catalogo separato. Di interesse anche i melodrammi in dialetto napoletano del XVIII secolo, un gruppo di libretti rappresentati a Lucca in occasione dei Comizi della Repubblica e quelli illustrati dal noto incisore Filippo Juvara.
Libretti d'opera della Biblioteca Angelica
La collezione comprende oltre 1000 libretti d'opera provenienti per la maggior parte dalla raccolta di Nicola Santangelo (1785-1851), ministro dell’Interno del Regno Borbonico tra il 1831 e il 1847, giunta in Angelica tra il 1873 e il 1886 negli anni del passaggio di gestione dagli Agostiniani allo Stato italiano. I testi risalgono a un periodo storico che va dalla prima metà del Settecento alla seconda metà dell‘Ottocento e sono una preziosa testimonianza della cultura musicale di alcune realtà locali italiane di quel tempo e in particolar modo di quella napoletana dove risultano stampate e rappresentate molte delle opere presenti nella collezione. Tra i libretti del Fondo Santangelo il più antico è Lo cecato fauzo del 1719, l’ultimo datato è Le precauzioni del 1851, anno della morte del marchese Nicola mentre al 1748 risale la prima notizia di uno spettacolo rappresentato al teatro S. Carlo di Napoli, il Demetrio del Metastasio. Il libretto più moderno dell’intera raccolta è la Cleopatra del 1879 che presenta sul frontespizio la dedica del compositore Bonamici a Ettore Novelli, direttore della Biblioteca Angelica a cui giunse in dono.