Manoscritti della Biblioteca nazionale Marciana

Venezia, Biblioteca Nazionale Marciana, Fr. Z. 2 (=223)
Venezia, Biblioteca Nazionale Marciana, Gr. Z. 11 (=379)
Venezia, Biblioteca Nazionale Marciana, Lat. VIII, 17 (=2819)
Venezia, Biblioteca Nazionale Marciana, It. VII, 228 (=9215)

La collezione dei manoscritti digitalizzati della Biblioteca nazionale Marciana è una collezione in progress, l’obiettivo è quello di realizzare la digitalizzazione della maggior parte della raccolta dei 13.000 codici oggi conservati presso la Marciana, infatti già un primo nucleo di 223 manoscritti musicali - Manoscritti dei fondi musicali della Biblioteca Marciana - fu digitalizzato e reso disponibile in Internet Culturale nel 2008.
I codici della Biblioteca sono pervenuti grazie a lasciti e acquisti che si sono venuti aggregando al nucleo originario costituito dalla biblioteca del cardinale Bessarione, - 548 codici greci, 337 latini e 27 incunaboli - donata allo Stato veneziano nel 1468. Importanti ma poco numerosi gli accrescimenti fino alla prima metà del Settecento – lasciti di Iacopo Gallicio (1624 ; 20 manoscritti), di Iacopo Contarini (1595 ma effettivo nel 1713 ; 175 manoscritti) e di Giambattista Recanati (1734 ; 216 manoscritti) – quando fu operato un riordino complessivo della Biblioteca. Allora i codici ebbero una nuova legatura caratterizzata dal leone in moleca, fu apposto l’ex libris d’appartenenza e fra il 1740 e il 1741 uscì a stampa il catalogo curato da Anton Maria Zanetti in collaborazione con Alessandro e Antonio Bongiovanni.
La disposizione umanistica dei codici negli inventari bessarionei, per lingua e per materia, venne sostanzialmente confermata sia nella catalogazione del 1740-1741, che chiude il Fondo Antico, sia nella struttura delle cosiddette Appendici. Quest’ultima serie di inventari descrittivi divenne necessaria a causa del forte incremento conseguente alle soppressioni degli enti ecclesiastici e delle congregazioni, tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento. I manoscritti continuarono a essere considerati separatamente per lingua e poi ripartiti in fondi costituiti dalle materie e furono adottate le ulteriori ripartizioni in manoscritti ‘Stranieri’ e ‘Orientali’,  per soddisfare gli incrementi di codici  vergati nelle diverse lingue.