Cataloghi dei manoscritti greci e arabici della Biblioteca Riccardiana

L. Buonazia, Catalogo dei manoscritti arabici della Biblioteca Riccardiana, c. 3v. 1867
G. Fumagalli, Catalogo dei manoscritti greci della Biblioteca Riccardiana, c. 1r. 1801-1900

I due cataloghi dei manoscritti arabici del Buonazia e di quelli greci del Fumagalli, non sono mai stati pubblicati e costituiscono un importante fonte d’informazioni per identificare i testi orientali e greci conservati in Riccardiana. Entrambi i due cataloghi sono conservati nell’Archivio storico della Biblioteca.
A Lupo Buonazia (Prato 1844-1914), orientalista e professore universitario, fu affidato nel 1866 dal Ministero della Pubblica Istruzione il compito di catalogare i codici orientali della Riccardiana.
La provenienza dei manoscritti orientali è riconducibile alla Libreria privata del suddecano Gabriello Riccardi (1705-1798), appassionato bibliofilo, a cui si deve l’ampliamento della Libreria di famiglia con l’aggiunta di due nuove sale, inaugurate nel 1794, e la riunificazione della propria collezione a quella della casa.  
Un primo gruppo di 40 codici orientali proviene dall’acquisto del suddecano Gabriello della libreria di Giovan Battista Doni. A questi si aggiunse un piccolo nucleo formato da cinque codici arabi e una Bibbia ebraica che facevano parte della Libreria Strozzi acquistata, intorno al 1794, sempre dal suddecano.
Il Catalogo dei manoscritti greci, che comprende anche la descrizione di alcuni codici in ebraico, fu redatto da Giuseppe Fumagalli (Firenze, 1863-1939), bibliografo ed erudito. Bibliotecario in Riccardiana per tutto il 1883, in quell’anno il Fumagalli lavorò a questo catalogo, che costituisce ancora oggi, un importante accesso alla collezione di opere greche ed ebraiche conservate in biblioteca.