BIM - Bibliotheca Italica Manuscripta: descrivere, documentare, valorizzare i manoscritti medievali d'Italia

Canones, in greco. Ms. Vall. C 11. Sec. 11.
Euchologium, Ms. Ang. gr. 127. Sec. 15.
Vitae Sanctorum, Ms. Vall. B 14. 1001-1100
Calendarium, Ms. Ang. gr. 9. 1576-1600 data stimata

La collezione ospita le riproduzioni digitali di manoscritti greci e latini conservati in Italia realizzate nell’ambito del progetto PRIN 2010-2011 “Bibliotheca Italica Manuscripta”, con il contributo delle biblioteche di conservazione coinvolte. Comprende attualmente la digitalizzazione integrale di tutti i 127 manoscritti greci della Biblioteca Angelica e di un primo nucleo di 57 manoscritti greci della Biblioteca Vallicelliana, in corso di descrizione nel quadro del sottoprogetto “MaGI – Manoscritti greci d’Italia”.

Il progetto “BIM” ha l'obiettivo di promuovere la descrizione scientifica e la documentazione fotografica dei manoscritti in scrittura latina e greca custoditi sul territorio italiano, coniugando i metodi della ricerca paleografico-codicologica e filologico-letteraria con le tecnologie più avanzate di trattamento elettronico di testi ed immagini. Il progetto, animato da studiosi delle Università di Bologna, Cassino, Chieti - Pescara, Ferrara, Firenze, Milano, Padova, Pavia - Cremona, Siena, Udine, Venezia, è realizzato in sinergia con i responsabili e i bibliotecari delle istituzioni coinvolte e sostenuto da un’ampia rete di cooperazioni internazionali. 

Biblioteca Angelica:

Il fondo dei manoscritti greci della Biblioteca Angelica comprende 127 codici prodotti fra il IX e il XVI secolo, provenienti per lo più dalle raccolte di Egidio da Viterbo (1469-1532), Angelo Rocca (1545-1620), Domenico Passionei (1682-1761). Tra essi il codice B di Erodoto (Ang. gr. 93), un autografo di Giorgio Pachimere (Ang. gr. 38) e uno di Demetrio Triclinio (Ang. gr. 14).

Biblioteca Vallicelliana:

Il fondo dei manoscritti greci della Biblioteca Vallicelliana consta di 134 volumi (molti strutturalmente compositi, diversi di origine italogreca), distribuiti fra l’VIII e la fine del XVIII secolo, cui si aggiungono i materiali manoscritti che compongono il lascito di Leone Allacci (ca. 1586 – 1669). Fra i possessori noti rientrano l’umanista francese Pierre Morin (1521-1603), il letterato portoghese Achille Stazio (Aquiles Estaço,1524-1581), i cardinali Guglielmo Sirleto, Fulvio Orsini, Cesare Baronio. I manoscritti riprodotti (56 codici e un frammento di rotolo liturgico) sono i più antichi del fondo, databili entro il XIV secolo.

La collezione non è ancora completa, seguiranno aggiornamenti.

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