Fondo di danza Gianni Secondo. Sezione grafica, sec. 17.-20.

V. Battistelli, Flora Fabri-Bretin in “La Silfide”. Roma, 1843
Roedel, Moulin de La Galette fondée en 1295. Parigi, sec. 19.
Mosselin, Le Grand Galop. Parigi, 1830
A. Bedetti, Atto 1. nel ballo "Rita Gauthier". Ancona, sec. 19.

Le già ricche raccolte musicali della Biblioteca nazionale universitaria di Torino si sono accresciute nel 2011 con l’acquisizione del Fondo di danza Gianni Secondo, così nominato per volontà testamentaria del donatore Giovanni Secondo. Medico di professione, ma studioso di storia del balletto, bibliofilo, autore di monografie sull’argomento e per molti anni critico di danza per Stampa sera, volle, per preservare dallo smembramento la sua straordinaria collezione, fare dono alla Biblioteca nazionale dell’intero corpus, formato da documenti eterogenei, tra cui, oltre a libri antichi e moderni, anche dischi, dvd e videocassette, ma strettamente connessi fra loro per l’argomento che li costituisce in fondo unitario. Particolare interesse rivestono i 51 documenti grafici, originariamente incorniciati e sistemati ora in cartelline conservative, insieme ai reperti trovati sotto il disegno o la fotografia visibile. Questi documenti, di cui alcuni non datati ma certamente del XIX secolo, gli altri compresi tra il 1571 circa il più antico e il 1995 il più recente, sono per la maggior parte litografie, ma vi si trovano anche calcografie, stampe, disegni e fotografie. Tra di essi spiccano i ritratti di celebri ballerini come Maria Taglioni, Louis Pecour, Marietta Monticini, Flora Fabbri-Bretin, Fanny Cerrito, i contemporanei Rudolph Nureyev e Carla Fracci; il manifesto del Teatro alla Scala di Milano con il programma della stagione 1881 e quello del Teatro comunale di Modena annunciante una recita nel gennaio 1845; un Avviso del Regno Lombardo-Veneto del gennaio 1817 con il regolamento per i balli da tenersi durante il carnevale. Con i suoi oltre duemila documenti, il fondo testimonia in modo esaustivo, a livello mondiale, la storia del balletto dal XVI secolo agli inizi degli anni 2000.