Carte geografiche. Fondo Palatino
Nel 1771 il granduca Pietro Leopoldo donò tutti i libri e parte dei manoscritti della Biblioteca Mediceo-Lotaringia Palatina alla Biblioteca Magliabechiana che, annessa allo Stato italiano nel 1861, dal 1885 prese il nome di Biblioteca Nazionale.
I vari granduchi che si sono avvicendati al governo di Firenze condivisero la passione per i libri e per il collezionismo e vi prodigarono una parte cospicua delle proprie sostanze.
Cultori dell'antichità classica, raccolsero opere latine e greche, di archeologia e di storia antica in preziosi esemplari provenienti dai più noti centri tipografici del tempo. Successivamente vennero acquisite edizioni italiane di autori della nostra lingua, volgarizzazioni dei classici e dei padri della chiesa. Le caratteristiche e la consistenza della libreria privata dei Lorena sono conservate intatte dalla Biblioteca nazionale di Firenze che ha mantenuto il fondo Palatino a stampa separato dalle altre raccolte della biblioteca. Al nucleo originario di questo vasto fondo furono aggiunte tra Settecento e Ottocento opere relative ai costumi, ai viaggi, alla storia naturale e le carte geografiche. Il ruolo di primo piano che Firenze ha avuto nella geopolitica del Rinascimento fa sì che i fondi cartografici e geografici della Biblioteca nazionale centrale di Firenze siano tra i più rilevanti e preziosi al mondo. Le carte geografiche del fondo Palatino costituiscono una raccolta di 829 mappe, composte di circa 3000 fogli. Comprende carte a stampa, e in piccola parte manoscritte, di grandi dimensioni, suddivise a stacchi e rimontate su tela, che non hanno subito danni con l'alluvione del 1966. Sono ben conservate, racchiuse in belle custodie marmorizzate. Risalgono ai secoli dal XVII al XIX e sono suddivise in Palatino carte geografiche, Palatino carte nautiche, Palatino carte militari e Palatino piante.