Manoscritti musicali della Biblioteca comunale Augusta

Diplomi e altra documentazione relativa a F. Morlacchi [prima metà del XIX sec.], ms 3059, 71
Diplomi e altra documentazione relativa a F. Morlacchi. Prima metà del XIX sec. Ms 3059
Inni dedicati alla vergine. Frammenti. Sec. XIV. Ms. 3299/10
F. Morlacchi, Le Danaidi. 1809. Ms 3055
Oltre alla raccolta dei Corali di San Domenico, la Biblioteca comunale Augusta ha realizzato la digitalizzazione di altri due raccolte relative agli autografi di Francesco Morlacchi e ai frammenti di codici liturgici.
La raccolta Francesco Morlacchi (1784-1841) comprende un corpus di partiture autografe del compositore e direttore di orchestra, al quale è intitolato il teatro cittadino. Nato a Perugia nel 1784, Morlacchi visse a lungo a Dresda, dove ottenne l’incarico di direttore dell’Opera italiana e primo maestro della cappella reale. Nel testamento lasciava i propri manoscritti autografi all’amico Antonio Mezzanotte, intellettuale del capoluogo umbro. In seguito queste opere vennero acquistate dal conte Giovanni Battista Rossi-Scotti e da lui donate a personaggi ed enti diversi, per cui di tale patrimonio ormai si lamenta la dispersione. La Biblioteca Augusta si è fatta carico negli anni di recuperare ciò che era possibile reperire nel commercio librario; ultimo acquisto è stato la cantata inedita e sconosciuta “L’ape e la serpe”.
I frammenti dei codici liturgici, recuperati dai bibliotecari dell’Augusta da legature di altri manoscritti e volumi a stampa, sono databili ai secoli XII-XV e rappresentano spesso l’unica testimonianza di corpose raccolte di codici ora perduti appartenuti a chiese e conventi probabilmente cittadini.
Utilizzato come coperta anche il ms. 3065, famoso frammento di sei carte contenenti cantate dell’Ars nova, parte di un manoscritto conservato a Lucca (codice di Lucca o codice Mancini).
Probabilmente dalla donazione di Prospero Podiani giunsero alla biblioteca altri importanti reperti musicali come i manoscritti G 20 (cantate) e H 72 (intavolatura per chitarra), già presenti in biblioteca nella prima metà del XVII sec.